Il restauro, consolidamento e recupero funzionale del Castello di Arechi, risalente all’epoca longobarda, rappresenta una vera e propria emergenza urbana.
Oltre agli interventi sul Castello, sia nel nucleo originario della Turris Maior che nell’ala di ampliamento moderno, il progetto si è esteso a due tratti di cortina muraria ancora pressocchè integri che dalla rocca, sulla sommità del mons Bonadies, scendono verso l’abitato e al recupero dei percorsi storici, quali l’antica pedamentina, che si snoda sul fianco della collina tra i recinti degli orti inframurari degli insediamenti conventuali; estensione proposta anche nell’ottica di rivitalizzare i rapporti tra il castello e la città, o, almeno il quartiere urbano del Plaium montis, sorto all’ombra della rocca e caratterizzato dalla presenza di grandi contenitori di origine religiosa, oggi in gran parte defunzionalizzati.