Certosa di San Martino

Riepilogo

  • Intervento
    Allestimento museografico dei sotterranei gotici e del Quarto del Priore nella Certosa di S.Martino
    Giardino Pensile del Priore
    Restauro della scala di Cosimo Fanzago
  • Committente
    Soprintendenza per i BB.AA. e SS. di Napoli
    Rotary International Club
  • Luogo
    Napoli, Italia
  • Anno
    1986
  • Servizi
    Progettazione esecutiva
    Direzione dei lavori

Il tragico evento sismico del 23 novembre 1980 che suscitò sgomento e paure, sconvolgendo l’Italia meridionale inferse a Napoli, in particolare, un ulteriore drammatico colpo. La già grave situazione economica e sociale della Città evidenziò ancor più quelle opposte realtà esistenziali che travagliano tutte le metropoli e che Napoli soffre più di ogni altra: le contrapposizioni tra sottosviluppo e poli avanzati di ricerca scientifica e di cultura; le esasperazioni più impensabili tra limiti di sopravvivenza e gioia di vivere.

Arduo, quindi, il compito dei Rotariani impegnati nella complessa opera di programmazione degli aiuti in ben due Regioni d’Italia colpite dal terremoto: Campania e Basilicata. Ancor più complessa la scelta degli interventi per Napoli per le motivazioni anticipate. Apparve pertanto, indispensabile, prima di prendere iniziative, costituire un Comitato di Esperti formato da alte cariche dello Stato ed insigni figure della cultura nazionale, perché orientassero la Commissione Distrettuale per le iniziative pro­terremoto del Rotary con interventi che avessero, oltre al carattere di evidente necessità ed utilità, allo stesso tempo il carattere di un “segno” di presenza attiva per Napoli dei Rotariani del mondo. Così, il Comitato, composto dall’Ing. Paolo Martuscelli, Provveditore alle Opere Pubbliche per la Campania, dal Prof. Nicola Spinosa, Soprintendente ai Beni Artistici e Storici di Napoli, dal Prof. Roberto Di Stefano, Direttore della Scuola di perfezionamento in Restauro dell’Università di Napoli e Presidente dell’International Council on Monuments and Sites, consigliava di accogliere istanze della cultura, non solo napoletana, che segnalavano la gravissima situazione di degrado della Certosa di S. Martino per la quale, a seguito del terremoto, si rischiava di subire la perdita di testimonianze eccezionali della architettura, pittura e scultura napoletane realizzate tra il 1400 ed il 1700. La Commissione Distrettuale per gli interventi, nell’accogliere la proposta sollecitata di restauro ed allestimento di tre ampie sezioni museali della Certosa di S. Martino, ha consentito che opere di insigni artisti come il Bernini, il Fanzago, il Ribera, il Vaccaro ed altri potessero tornare al patrimonio della cultura mondiale. La scelta operata ha saggiamente qualificato l’intervento del Rotary per Napoli attribuendo ad esso, fra l’altro, un ruolo di “iniziativa pilota” e di sensibilizzazione verso l’antico Complesso certosino che -proprio grazie al Rotary -è stato di recente inserito in iniziative europee di recupero monumentale delle maggiori fabbriche di valore storico-artistico.

La certosa di S. Martino (1325) domina paesaggisticamente il golfo di Napoli appena sovrastata dai bastioni del coevo confinante castel S. Elmo (1329). Entrambe le costruzioni furono volute dagli Angioini: il monastero da Carlo d’Angiò e la fortezza dal padre Roberto. All’edificazione del sito vi lavorarono gli architetti Francesco De Vito e Tino di Camaino mentre l’edificazione della Certosa fu continuata da Antonio Primario (1336). Ultimata da Balduccio de Bacza (1346) consentì l’ingresso dei primi certosini sotto il regno di Giovanna I nel 1368.

L’intensa vita del Castello tra battaglie, assedi, incendi, guerre ed epidemie non sembra sconvolgere la vita operosa della Certosa. Ivi le massime figure dell’ architettura, dell’ arte pittorica e della scultura si avvicendano nei secoli col costante arricchimento di opere d’arte del complesso religioso. Garbati e rigorosi ampliamenti strutturali e trasformazioni, a volte radicali, della struttura architettonica, non violente e rispettose dell’impianto iniziale, consacrano, nel tempo, esempi d’arte che fanno, di alcune sezioni del monumento, l’ espressione più significativa del barocco seicentesco napoletano. Il Rotary ha, così, inteso dare, con questa iniziativa, fiducia e nuove motivazioni ai napoletani colpiti dal terremoto, offrendo loro uno straordinario fattivo e concreto apporto al recupero ed alla rivitalizzazione di tre sezioni museali complete della Certosa. Tali sezioni, prima dell’intervento, totalmente chiuse al pubblico e prive di qualsiasi elemento di supporto espositivo sono: i sotterranei Gotici che si sviluppano dall’ atrio del chiostro dei Procuratori al belvedere; le sale del Quarto del Priore; il giardino del Priore. Per la riuscita della complessa opera di recupero il Rotary ha provveduto a riunire attorno al Comitato i massimi esperti, non solo del consolidamento e del restauro del monumenti, della pietra, dei marmi, delle pitture ma anche gli specialisti degli allestimenti, degli impianti; i competenti delle tecniche più avanzate di anastilosi, necessarie per il recupero degli enormi portali del 1300 in pietra lavica del Vesuvio, mai esposti prima, proprio per le difficoltà di restauro ed esposizione che gli stessi ponevano. Tutto questo nel rispetto delle metodologie più rigorose ben osservate dagli studiosi che hanno consentito il realizzarsi dell’ambizioso programma.